
Grazie Italia:mi hai dato un futuro e l’amore
Per pagare studi e debiti alle sue figlie e fuggire da un marito violento, vent’anni fa Tania ha lasciato la Moldavia e il suo lavoro da ingegnera. Destinazione: Torino, dove è arrivata dopo un viaggio della speranza. Prima badante, poi colf si è fatta subito volere bene. Anche da un uomo speciale, che un anno fa le ha detto sì
Di seguito l’articolo di Giusy Fasano pubblicato su settimanale F n° 47-2019 Cairo Editore Corriere della Sera.
Era l’11 agosto del 2000. Tania scese dal treno alla stazione di Porta Nuova, a Torino, ed ebbe la netta sensazione che da quel giorno la sua vita sarebbe stata migliore. L’Italia, la sua terra promessa, adesso era li, sotto i suoi piedi. E anche se c’era arrivata da clandestina era certa che l’avrebbero accolta. Aveva sentito dire mille volte che gli italiani sono brava gente e «il mio cuore», dice, «sapeva che era vero». Oggi Tania Roabes ha 69 anni, e una cittadina italiana, e anche se ha dovuto dimenticare la sua laurea in ingegneria giura che si sente «felice e realizzata lo stesso», perché con il suo lavoro da badante prima e da collaboratrice domestica poi e riuscita ad aiutare le sue figlie adorate, in Moldavia.
Gli usurai
Aiutare le figlie significa nel suo caso pagare gli studi fino al diploma a una di loro e consentire all’altra di uscire dal giro vorticoso dei debiti nel quale era finita. «Suo marito e andato a lavorare all’estero ma non mandava soldi a casa e i debiti lievitavano sempre piu», racconta Tania. «Mio marito invece alzava spesso il gomito, diventava aggressivo, e la situazione con lui era insostenibile. Io facevo da vent’anni la dirigente in un’industria di scarpe ma quello che guadagnavo non bastava mai. Allora decisi di andare dagli usurai. Mi feci prestare dei soldi per pagare 2.000 dollari ai trafficanti che mi avrebbero portato in Italia».
Nel bosco di notte
Dalla Moldavia all’Ungheria Tania si sposto su un vecchio furgone senza finestrini. Con lei altri undici disperati fra i quali la sua amica che voleva raggiungere una conoscente a Torino. Per questo la scelta cadde sul capoluogo piemontese. Puro caso. Le ore più drammatiche furono quelle del passaggio fra l’Ungheria e l’Austria. «Abbiamo passato la zona di confine a piedi, in un bosco fitto, con due ragazzotti che ripetevano: “Muovetevi, muovetevi”. Ricordo che avevo graffi ovunque, i piedi feriti e gonfi, i vestiti inguardabili e niente da mangiare. Ci hanno caricato su un tir, siamo finiti in un parcheggio di camion a Bologna. Poi finalmente ci hanno messo fra le mani il biglietto del treno per Torino».
Il ritorno a casa
Tania si e presentata alla porta della signora che aspettava soltanto la sua amica e quella donna le ha accolte entrambe. Cosi ha cominciato con il lavoro nero ma e durato poco. Perché lei si e fatta amare fin da subito e le sono piovute addosso mille richieste di lavoro. Ha fatto per quattro anni la badante e poi la colf, e riuscita a ripagare i debiti e ha messo via abbastanza per tornare dopo tre anni a Chișinău (la capitale della Moldavia) a trovare le sue figlie, i cinque nipotini, e a chiedere il divorzio.
Il matrimonio italiano
Un anno fa Tania si e sposata una seconda volta. Suo marito, Vincenzo, e il fratello dell’uomo al quale aveva fatto da badante all’inizio e l’amico che ha celebrato le nozze civili, Fulvio Rossi, e un magistrato emerito di Cassazione, una delle tante persone che ha imparato a conoscerla e a volerle bene. «Ho passato momenti brutti», sospira lei. «Ma sulla mia vita e tornato il sole, le mie figlie ora hanno un futuro e io mi sento felice. Sono orgogliosa di me stessa, e lo dico a costo di sembrare presuntuosa». Un po’ di autostima, ogni tanto, fa bene.
Twitter@GiusiFasano