QUALE VIOLENZA?

La violenza ha molte forme, alcune palesi ed evidenti, altre più subdole e di difficile individuazione, soprattutto nel caso in cui non si abbia ricevuta una adeguata informazione su atteggiamenti e modalità comportamentali che in taluni ambienti sociali vengono considerati come acquisiti e immutabili. Si possono fare diverse classificazioni, ad esempio partendo da quei comportamenti  che sono perseguibili dal codice penale: sarebbe tuttavia un elenco non esaustivo rispetto a quanto attualmente considerato con il termine di violenza.

VIOLENZA FISICA

Con tale termine si identificano gli ultimi stadi di un processo atto a violare l’individuo attraverso l’uso della forza nei confronti di chi è più debole e indifeso.  Dai dati dell’ultima ricerca del Ministero dell’interno risulta che in Italia il 31,9% delle donne è stata vittima di una violenza fisica o sessuale nel corso della vita: il 18,8% ha subito violenze fisiche, il 23,7% ha subito violenze sessuali di cui 4,8% stupro o tentato stupro (un milione di donne). Il 5,4% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni è stata vittima di violenza nell’ultimo anno solare: tale percentuale corrisponde a 1.150.000 donne. Meno del 15% delle vittime di violenza denuncia tale reato. La gamma di tali azioni passa dallo spintone e dallo schiaffo accennato per giungere sino nei casi più efferati all’omicidio. Con tali azioni il persecutore mira non solo a provocare dolore o segni talvolta indelebili sul corpo  della vittima, ma soprattutto a minare la resistenza psicologica della vittima, procurare uno stato continuativo di paura per se stessa o anche per le cose e persone (figli o animali) a lei care. Contestualmente quindi (ma tali fenomeni sono presenti anche precedentemente all’azione fisica) appaiono alterazioni a livello psicologico che includono ansia, insonnia e problemi legati all’apparato digerente.

VIOLENZA ECONOMICA

È un tipo di violenza collaterale alla violenza psicologica, spesso sottovalutata, ma non per questo meno importante. Mira a deprivare di mezzi di sussistenza il partner inducendolo a non cercare o a abbandonare il lavoro, adducendo come scusa spesso la necessità di dover badare alle questioni familiari. Alla stessa stregua possono essere considerati  comportamenti quali il mancato pagamento di alimenti in caso di separazione o divorzio, la privazione di informazioni relativamente ai guadagni del coniuge, rifiutarsi di dare denaro per le spese familiari, obbligare il coniuge a utilizzare il proprio stipendio per il sostentamento della casa e dei figli.

VIOLENZA PSICOLOGICA

Per meglio comprendere il senso di tale termine ci viene in  aiuto la definizione di salute data dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità)  che  definisce «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia». Si viene quindi a definire l’importanza del benessere dell’individuo non solo sotto il profilo fisico ma si considera anche quello psicologico, che è influenzato sia dall’ambiente di vita privata che da quello lavorativo.   Ha come strumenti di violenza la parola, il comportamento delle persone presenti nella propria sfera sociale e può assumere definizioni  differenti a seconda dell’ambito in cui si manifesta. L’elemento comune di base è la continua azione di svilimento delle capacità altrui al fine di minarne l’autostima, ponendola in una condizione di subordinazione e danneggiandone il benessere psicologico ed emotivo, con conseguenti ricadute sulla salute fisica dell’individuo. Parleremo quindi  ad esempio di mobbing qualora tali comportamenti si manifestino in ambito lavorativo o di gaslighting quando il comportamento manipolatorio avviene all’interno di una coppia: tale termine è stato ripreso da un film del 1944 diretto da G. Cukor ( “gaslight”  in Italia distribuito con il titolo “Angoscia”).

VIOLENZA ASSISTITA

 È  stata definita dal Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia) come “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”. Tali situazioni generano fortissimi stress che possono andare ad impattare in modo significativo sullo sviluppo fisico, comportamentale e cognitivo delle bambine e dei bambini, oltre ovviamente ad alterare le loro capacità di socializzazione.   Risulta inoltre accertato che il perdurare  di tali azioni stressogene portino alla alterazione del DNA cellulare con conseguente “accorciamento” dei telomeri e ricadute negative a lungo termine sul loro stato di salute.

VIOLENZA SOCIALE

La violenza sociale causa l’isolamento della vittima dalle sue persone di riferimento e dall’ambiente in cui vive. La caratterizzano:

  • rottura o impedimento dei contatti con parenti, conoscenti, amici/amiche o vicini di casa
  • divieto di uscire di casa
  • divieto di telefonare